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Tra i principali indicatori necessari ad analizzare un trend meteo-climatico c’è senza dubbio la distribuzione delle precipitazioni su diverse scale spaziali.

Una repentina variazione della piovosità può avere numerose conseguenze sia per il territorio sia per le persone che ci vivono. Un lungo periodo siccitoso in una zona usualmente piovosa causerà una diminuzione delle risorse idriche che a sua volta si tramuterà in danni a diverse attività antropiche che richiedono elevati quantitativi d’acqua, tra cui in primis l’agricoltura. Intense e durature precipitazioni in luoghi abitualmente aridi e secchi causeranno invece improvvise inondazioni con conseguenti danni a persone e strutture.

Analizzando la scala nazionale, il 2017 e’ stato caratterizzato da un evidente deficit pluviometrico su gran parte dello stivale, in particolare sulle regioni del Medio Tirreno e su quelle settentrionali.

Questo articolo ha l’obiettivo di quantificare l’andamento pluviometrico del 2017 sulla conca aquilana, avvalorandosi dei dati rilevati dalle stazioni meteorologiche che compongono la rete di Meteo Aquilano. Abbiamo preso in esame tre differenti stazioni meteorologiche, Scoppito, L’Aquila zona Torretta, e Civita di Bagno, rispettivamente rappresentative della zona Ovest, centrale ed Est della conca aquilana.

 

 

 

L’analisi del regime pluviometrico è stata effettuata confrontando i primi 10 mesi (da gennaio ad ottobre) del 2017 con i corrispondenti mesi del 2015 e del 2016, al fine di evidenziarne eventuali anomalie. Anche la variabilità mensile e stagionale sono state prese in considerazione per giustificare il trend pluviometrico complessivo del periodo preso in esame.

 

 

Dalla Figura 1 possiamo notare come la precipitazione accumulata nei primi 10 mesi del 2017 risulta essere inferiore al corrispondente periodo del 2015 e del 2016 per tutte e tre le stazioni prese in esame. Il deficit pluviometrico per la stazione della Torretta ammonta al 30% rispetto al 2015 e al 39% rispetto al 2016. Per le stazioni di Civita di Bagno e Scoppito tale deficit risulta essere rispettivamente 35% rispetto al 2015 e 25/42% rispetto al 2016.

Dai primi risultati notiamo dunque che il trend pluviometrico sulla conca aquilana risulta essere in linea con quello che è stato rilevato su scala nazionale.

Tali cambiamenti del normale trend annuale di precipitazioni a livello nazionale sono fortemente correlati a livello sinottico alle variazioni di pattern circolatori a larga scala che regolano l’atmosfera su scala europea. Il bacino centrale del Mediterraneo è stato frequentemente interessato da elevazioni anticicloniche di estrazione africana ed oceanica che hanno avuto una doppia e decisiva azione sul trend precipitativo annuo. In primo luogo un regime anticiclonico frequente è sinonimo di stabilità atmosferica. La classica convezione, tipica dell’Appennino durante i mesi estivi, è risultata notevolmente limitata e prevalentemente relegata al versante adriatico dello stivale, più soggetto ad infiltrazioni umide dai vicini Balcani. Inoltre, la presenza di forte regime anticiclonico sul bacino centrale del Mediterraneo non ha permesso alle perturbazioni atlantiche, tipiche dei mesi autunnali ed invernali, di raggiungere le medio-basse latitudini europee. L’azione combinata di questi due effetti, entrambi riconducibili all’ingombrante presenza anticiclonica sul bacino centrale del Mediterraneo, ha dato luogo a questo deficit pluviometrico rilevante.

Durante i mesi invernali (Figura 2, Gennaio-Marzo), a risentire maggiormente del deficit di precipitazioni associate alle perturbazioni atlantiche è la stazione di Scoppito, la più ad Ovest della conca e dunque anche quella che riceve i maggiori apporti precipitativi con questo tipo di configurazione barica. A Scoppito il deficit pluviometrico dei 3 mesi invernali del 2017 risulta essere del 30% rispetto al 2015 e addirittura del 45% rispetto al 2016.

 

 

L’effetto stabilizzante dell’anticiclone in sede mediterranea risulta evidente in Figura 3 durante i mesi estivi (Giugno-Agosto)  in tutte e tre le stazioni prese in esame. Il deficit del 2017 in questo caso tocca l’81% rispetto al 2015 per le stazioni di Scoppito e Civita di Bagno, e il 62% rispetto al 2016 per la stazione della Torretta. Il deficit risulta essere ancor più evidente se analizziamo esclusivamente il mese di Agosto 2017 (Figura 4a), durante il quale tutte le stazioni hanno accumulato meno di 4mm di pioggia (addirittura 0mm a Scoppito).

 

 

Dopo un settembre fresco e caratterizzato da un unico intenso evento precipitativo (70-80mm di pioggia in due giorni), Ottobre 2017 è risultato essere il mese più condizionato insieme ad Agosto dal deficit pluviometrico descritto. Come si evince da Figura 4b, tutte e tre le stazioni hanno rilevato accumuli precipitativi ben inferiori rispetto a quelli di Ottobre 2015 e 2016.

 

 

In conclusione ed in attesa di benefiche precipitazioni, possiamo dire che le ripetute e durature elevazioni anticicloniche che si sono susseguite in questi 10 mesi del 2017 sul bacino centrale del Mediterraneo hanno indotto una marcata diminuzione delle precipitazioni rispetto agli anni precedenti, attenuando la convezione estiva e schermando le principali perturbazioni atlantiche. La situazione aquilana rispecchia prevalentemente quella del Medio-Alto Tirreno e in generale quella dell’intero palcoscenico nazionale. Data la notevole disponibilità idrica della nostra porzione di Appennino, la nostra conca ancora non manifesta evidenti segni di siccità, come accade ad esempio in Pianura Padana, ma ciò non esclude che la situazione possa peggiorare nel caso in cui il deficit pluviometrico dovesse perdurare ancora a lungo.

 

Francesco De Angelis