In questa rapida analisi, proveremo ad analizzare l’andamento della recente primavera, conclusasi, a livello meteorologico, lo scorso 31 maggio. La sensazione di molti è che abbia piovuto tanto e spesso, per altri che in fondo abbiamo avuto una stagione nella norma. Ma, sia dall’analisi a grande scala, che dalle verifiche dei dati al suolo rilevati dalla nostra rete di monitoraggio, entrambe le affermazioni non sembrano esatte.

Partiamo dall’aspetto termico; prendendo l’intero trimestre (marzo, aprile, maggio) possiamo notare che l’anomalia termica a livello europeo evidenzi un pesante sotto media un po’ su tutto il continente, fatta eccezione per la Scandinavia e la Russia Europea. Si toccano infatti valori fino a 2/2,5 gradi sotto la media e quasi tutta l’Italia evidenzia un’anomalia negativa di circa 1 grado. Scostamento molto importante, considerando che il confronto è fatto con i dati del trentennio 1981-2010.

A livello locale, sullo stretto territorio Aquilano, il confronto è sviluppato su una serie temporale molto più scarna, relativa ai soli ultimi 10 anni (2011-2020) sulla stazione meteo con lo storico più consistente all’interno della nostra rete di monitoraggio, quella sita a Civita di Bagno, 637 metri di quota, in una zona in cui l’inversione termica non è rilevante (peculiarità importante nella valutazione dei dati termici). Possiamo notare comunque la medesima pesante anomalia. Infatti a fronte di una media primaverile decennale di +11,1 °C, nel 2021 il trimestre ha visto un valore pari a +9,9 °C, ossia 1,2 °C sotto la media; notevole!

Andando nel dettaglio dei singoli mesi, possiamo notare che nel corso della primavera, l’anomalia termica, ha viaggiato da sudest, verso nordovest; infatti se marzo è risultato sotto media sull’estremo est Europeo ed il Mediterraneo centro meridionale, aprile e maggio vedono le anomalie maggiori portarsi sull’Europa centrale prima e su quella nordoccidentale poi.

In tutto questo, l’Italia si è trovata quasi sempre coinvolta da una buona fetta di questo scarto negativo, e valutando i dati “nostrani” è facile notare come, sia marzo che aprile, abbiano visto in questo 2021, il loro record verso il basso di temperatura media, con scarti dell’ordine di -1,9 °C a marzo e ben -2,3 °C in aprile. Il mese di maggio invece è valutabile circa in media o poco sopra.

Meritano una menzione poi, altri record notevoli: in marzo abbiamo avuto per la prima volta una media negativa nelle temperature minime, -0,4 °C a fronte di una media di +1,8 °C (ricordiamo che la zona è soggetta in minima parte alle inversioni termiche); ad aprile invece abbiamo registrato il record di media massime più bassa con +15,9 °C a fronte di una media decennale di +18,2 °C, ed il record di temperatura minima assoluta con ben -6,3 °C il giorno 8, distruggendo il precedente record di -4,6 °C.

Dal punto di vista precipitativo, invece, possiamo notare come, a livello Italiano, l’anomalia del trimestre primaverile, veda un apporto inferiore alla norma di circa il 25 %, con una distribuzione diversa sulle varie zone italiane a seconda dei mesi.

Infatti, mentre il mese di marzo è stato abbastanza generoso in termini di piogge e neve per il centro sud, al nord nello stesso periodo, il deficit è stato anche dell’80%.

Ad aprile invece, la distribuzione delle piogge comincia a guadagnare terreno verso nord, ma lasciando ancora fuori il settore alpino.

A maggio, è il centro sud Italia a vedere il maggior deficit con punte dell’80% e valori diffusi del 40/50%.

I rilevamenti sul territorio Aquilano, rispondono in maniera similare all’andamento Italico appena descritto. Infatti su tutto il trimestre, l’anomalia precipitativa si attesta sul -30% circa.

Il mese di marzo ha accumulato circa 80 millimetri tra pioggia e neve fusa a fronte di una media di 90 millimetri; ad aprile circa 50 millimetri a fronte di una media sui 60. Mentre è a maggio che si è avuta la maggior carenza di piogge con un accumulo mensile di soli 30 millimetri a fronte di una media di 80, ed un deficit pari a circa il 65 %.

Pertanto, la principale conclusione che possiamo trarre è che la recente primavera ha visto un andamento termico decisamente sotto la media storica, con un trimestre freddo prima e fresco poi, ricco di gelate fino ad aprile inoltrato, e con numerosi record battuti. Fa eccezione maggio che invece è rimasto entro i canoni di quanto è lecito attendersi. Dal punto di vista precipitativo invece, la carenza è abbastanza significativa, infatti è piovuto meno del normale, seppur non di molto, tra marzo ed aprile, mentre a maggio gli apporti sono risultati decisamente scarsi.

Quindi, possiamo affermare, che “la sensazione generale” dei molti che si sono lamentati per l’eccessiva piovosità, è basata, appunto, su aspettative e gusti personali, visto che nei fatti, ci troviamo dinanzi ad una stagione primaverile sotto media precipitativa. Dall’altro lato, vale lo stesso discorso per chi dice che la stagione è stato quanto di più normale ci possa essere, ma in realtà, se andiamo a valutare in questo caso l’aspetto termico, possiamo dire che i mesi di marzo ed aprile 2021, hanno posto dei paletti verso il basso che saranno duri da abbattere, visto che sono risultati di gran lunga i più freddi da diversi anni se non decenni.

Termino quindi affermando che, in meteorologia, le sensazioni, i ricordi, le percezioni e le emozioni, non fanno media. Per poter etichettare, o semplicemente valutare un periodo dal punto di vista meteorologico, l’unica verità è data dai numeri, dai dati e dal confronto con elementi che possono essere quantificati solo attraverso delle cifre.

 

Andrea Cucchiarella

 

Fonte delle mappe: NOAA, Meteonetwork