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Il titolo sembrerà a molti fuorviante, o quanto meno inusuale; eppure in tutta la sua stranezza, ho cercato di racchiudere e sintetizzare quella che, non vuole essere una previsione, ma semplicemente un evidenza sull’andamento generale del nostro clima: ogni anno fa sempre più caldo, sia che si tratti di estate, sia che si tratti di inverno.
Partiamo dalla fine ed andiamo a ritroso.
Il dicembre 2022 che si va chiudendo, è ad oggi il “mese natalizio” più caldo da quando la nostra piccola associazione raccoglie i dati ossia circa tredici anni; essendo tale periodo troppo breve per stilare una vera anomalia, consultando gli annali dell’idrografico si nota come, pur visionando un archivio di quasi cento anni, non si ha traccia di mesi così eccessivamente caldi. In un tale arco temporale, l’oscillazione da un anno ad un altro può essere ampia, ma non si riscontrano anomalie a livello del 2022. Anzi, per fare una precisazione, salvo casi sporadici, i mesi di dicembre del nuovo millennio (quindi dal 2000 ad oggi) risultano quasi tutti ai primissimi posti tra i più caldi da quando si raccolgono i dati. Ma questo discorso vale anche, se non soprattutto, per le medie termiche degli interi anni.
Facendo parlare i numeri, e sottolineando che mancano ancora tre giorni alla fine di questo mese che potrebbero cambiare ben poco a livello di media termica, attualmente ci attestiamo sui +6,2 °C.
La media degli ultimi dodici anni, è pari a +3,2 °C quindi l’anomalia del dicembre 2022 si attesta attualmente sui 3 gradi circa, facendoci intuire che ci troviamo davanti all’ennesimo record di caldo frantumato, soprattutto considerando che tale scarto è valutato su una media molto recente e già vista al rialzo rispetto a valori storici per questo mese che si attestavano circa sui +2,0 °C mensili.
A questi valori medi si aggiungono i picchi, sempre verso l’alto, come i 16,6 °C di massima misurati il giorno della Vigilia di Natale che batte il record di +14,4 per l’ultima decade del mese ed avvicina il record mensile di +16,7 misurato però in prima decade nel 2018 il giorno 4.
Un dicembre quindi dai connotati storici anche in virtù del fatto che, almeno negli ultimi 15 anni, la media mensile era sempre rientrata in una forbice compresa tra i +2,5 ed i +4,5 °C, ed i +6,2 °C rappresentano un vero e proprio stravolgimento di questa apparente regolarità.
A rincarare la dose poi, la pochezza dell’innevamento sui nostri monti; un evento sicuramente capitato negli ultimi anni in dicembre, come ad esempio nel 2016, ma che spesso è stato dovuto all’assenza di perturbazioni e precipitazioni. Ed invece quest’anno la neve non era mancata ad inizio stagione, infatti alcune stazioni sciistiche avevano aperto i battenti; ma poi l’arrivo impetuoso di masse d’aria calda ed umida, hanno fuso quasi totalmente il manto al suolo, al punto da riportare a nudo gran parte dell’appennino fino ai 2400 metri.
Questo “folle” mese di dicembre, non è un evento isolato, ma anzi in questo 2022 è in ottima compagnia; infatti viene dopo un Ottobre caldo e secco con temperature diurne costantemente sopra i 22/23 gradi e con solo 3 giorni di pioggia.
L’estate 2022 poi, è risultata caldissima e secca, posizionandosi al primo o secondo posto in compagnia della famigerata estate 2003, a seconda delle zone, dopo un maggio decisamente caldo con picchi sopra i 30 gradi, che di fatto, proprio come nel 2003, fece da apripista ad un trimestre estivo di fuoco.
La parte iniziale della primavera non fu particolarmente calda, anzi il mese di marzo risultò freddo ma con precipitazioni scarse, e rappresenta, a livello termico la classica eccezione che conferma la regola.
Gennaio e febbraio invece, furono rispettivamente: secco e leggermente sopra media il primo mentre secco ed anche decisamente caldo il secondo.
Questo susseguirsi di anomalie positive, ci restituisce un 2022 che si posizionerà al primo posto tra gli anni più caldi di sempre; infatti la media annua finale si attesterà sui +12,4/+12,5 davanti al 2019 che chiuse a +12,2.
E pensare che fino al 2018 non si era mai toccata la soglia dei +12 °C annui e che addirittura la media storica era di alcuni decimi inferiore ai +11,0.
Da aggiungere poi, che anche a livello precipitativo il 2022 risulta di gran lunga il meno “piovoso”; infatti a fronte di una media di circa 880 mm annuali, questo anno chiuderà a circa 630 mm con un deficit di quasi il 30%!
I valori dei picchi estremi, che sono quelli che fanno più notizia sui media e sulle bacheche social degli appassionati, sono forse i segnali meno indicativi del cambiamento climatico in atto; infatti è la ripetitività con cui questi picchi si ripetono e si sorpassano di continuo, a farci capire che ci troviamo davanti ad un brusco e quanto mai rapido aumento della temperatura globale. Per tale motivo le medie mensili ed annuali sono il vero termometro che misura la febbre del nostro pianeta.
Ci tengo a precisare che, un singolo evento avutosi in una sola zona, sia essa una regione o una nazione, non può essere preso come emblema del “Climate Change” a meno che non vi sia corrispondenza con l'andamento anomalo generale indotto dal cambiamento climatico stesso. Ed a maggior ragione, facendo una piccola digressione critica verso chi nega vi sia in atto un riscaldamento, non può essere preso come simbolo del "negazionismo", un localizzato evento freddo, o una particolare situazione di segno opposto. La forza del GW è pertanto da ricercarsi nella costanza di tali anomalie, nel susseguirsi continuo di record di caldo, e di eventi estremi. Ed il 2022, è un grande “contenitore” di queste anomalie, degno successore di una dinastia di anni caldi che hanno premuto sull’acceleratore dopo l’inizio del nuovo millennio.
Da qui, il titolo provocatorio di questo articolo, come a voler dire che, se questo andamento, come sembra, proseguirà, tra qualche anno saremo qui a raccontarci che in fondo, il 2022, non era stato poi così caldo come sembrava.
Andrea Cucchiarella